It doesn't matter how long was it from now,
It still tangling though you thought you have long left it behind,
LoVe is Blind, I don't have a good point to fight.
I have to VaLe tonight.
I traped in, not just once,
and now I see you here, merely a shoadow of everybody.
Is not about being rational,
You can't do much cause you have put your head in.
it always stuck somewhere, and for very long.
This is helpless, pointless in the end.
Made no construction yet leave you blur.
Curse the remarkable anniversary,
brought every memory back,
while it shouldn't exist for good.
Blessed is me that in peace.
Bless the she with your Light,
Lit the way, and made her see.
No regret, No turn back,
shall our life be.
Once you decide,
Go ahead and you'll release.
Friday, May 25, 2007
Friday, May 11, 2007
Apelle (gnostico)
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Apelle fu un eretico del II secolo, seguace a Roma di Marcione, si distaccò dal maestro, sostenendo il monismo della divinità e cadendo nello gnosticismo di scuola alessandrina.
Ad Alessandria d'Egitto Apelle si legò alla vergine Filomena, una sorta di chiaroveggente versata nella magia, che proclamava frequenti visioni di Cristo e San Paolo. Con l'aiuto della ragazza cercò di mediare tra le posizioni dualiste di Marcione e quelle cristiane. Infatti, se Marcione nelle sue Antitesi distingueva il Dio severo e duro del Vecchio Testamento, il Dio della Legge, il Demiurgo, dal Dio buono del Nuovo Testamento, Padre di Gesù Cristo, secondo il dualismo gnostico-manicheo, Apelle ritornò al concetto cattolico di Unità e Trinità di Dio. Inoltre, Apelle voleva unire la visione gnostica e quella cristiana, nonostante il suo docetismo, per il quale, in contrasto con il credo ufficiale della Chiesa, proclamava che il Corpo di Cristo era del tutto immateriale, formato tuttalpiù di materiale stellare o sostanza divina.
Apelle fu avversato dai Padri della Chiesa. Tertulliano, per esempio, additava Filomena come una prostituta ed accusava Apelle di impudicizia, ma Rodone, che lo aveva conosciuto personalmente, si riferisce a lui come "venerabile per il comportamento e l'età". Tertulliano, comunque, lo attaccò spesso nei suoi scritti (De Praeser., LXVII; Adv. Marc., III, g. 11, IV 17) e scrisse persino un'opera dedicata espressamente a lui: Adversus Apelleiacos che, sfortunatamente, è andata perduta, ma che era nota sia a Sant'Ippolito di Roma che a Sant'Agostino d'Ippona. Il "Santo e Buon Dio superiore", secondo Apelle, non si interessò mai delle cose inferiori, ma emanò un altro dio che creò il mondo. Apelle scrisse anche un vasto lavoro intitolato Syllogismoi per provare la fallacità del Vecchio Testamento. Posto tra il diteismo marcionita e il triteismo, il monismo apellaico portò alla fondazione a Roma (dove ritornò dall'Egitto) delle Chiese gnostiche di Apelle che durarono fino al 400.
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Apelle fu un eretico del II secolo, seguace a Roma di Marcione, si distaccò dal maestro, sostenendo il monismo della divinità e cadendo nello gnosticismo di scuola alessandrina.
Ad Alessandria d'Egitto Apelle si legò alla vergine Filomena, una sorta di chiaroveggente versata nella magia, che proclamava frequenti visioni di Cristo e San Paolo. Con l'aiuto della ragazza cercò di mediare tra le posizioni dualiste di Marcione e quelle cristiane. Infatti, se Marcione nelle sue Antitesi distingueva il Dio severo e duro del Vecchio Testamento, il Dio della Legge, il Demiurgo, dal Dio buono del Nuovo Testamento, Padre di Gesù Cristo, secondo il dualismo gnostico-manicheo, Apelle ritornò al concetto cattolico di Unità e Trinità di Dio. Inoltre, Apelle voleva unire la visione gnostica e quella cristiana, nonostante il suo docetismo, per il quale, in contrasto con il credo ufficiale della Chiesa, proclamava che il Corpo di Cristo era del tutto immateriale, formato tuttalpiù di materiale stellare o sostanza divina.
Apelle fu avversato dai Padri della Chiesa. Tertulliano, per esempio, additava Filomena come una prostituta ed accusava Apelle di impudicizia, ma Rodone, che lo aveva conosciuto personalmente, si riferisce a lui come "venerabile per il comportamento e l'età". Tertulliano, comunque, lo attaccò spesso nei suoi scritti (De Praeser., LXVII; Adv. Marc., III, g. 11, IV 17) e scrisse persino un'opera dedicata espressamente a lui: Adversus Apelleiacos che, sfortunatamente, è andata perduta, ma che era nota sia a Sant'Ippolito di Roma che a Sant'Agostino d'Ippona. Il "Santo e Buon Dio superiore", secondo Apelle, non si interessò mai delle cose inferiori, ma emanò un altro dio che creò il mondo. Apelle scrisse anche un vasto lavoro intitolato Syllogismoi per provare la fallacità del Vecchio Testamento. Posto tra il diteismo marcionita e il triteismo, il monismo apellaico portò alla fondazione a Roma (dove ritornò dall'Egitto) delle Chiese gnostiche di Apelle che durarono fino al 400.
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